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18 aprile - 11 maggio 2000
Docente: Prof.ssa Silvia Lolli
18 aprile
FUNZIONE ATTIVITA' MOTORIA E SPORTIVA NELLA SCUOLA E RUOLO DELL'INSEGNANTE
DI EDUCAZIONE FISICA
Introduzione con breve presentazione
Motivi della scansione del corso con questi titoli:
- In questo momento sono in atto moltissime trasformazioni
soprattutto nel nostro campo di attività:
-ISEF in Scienze Motorie; riforma Università.
-Riforma CONI.
-Proposte di riforma sport e associazionismo.
-Proposta di legge sul doping. -cambiamenti del sistema sportivo
con sentenza Bosman.
-Cambiamenti nel sistema scolastico e formativo più in generale.
QUALI CONSEGUENZE?
Al centro il DIPLOMATO ISEF ed in particolare l'INSEGNANTE di
educazione fisica.
Ma con quale IDENTITA'?
Dobbiamo essere consapevoli di tutto ciò e riappropriarci del
nostro sapere per essere pronti ai bisogni della società e dello
sport italiano che dovrebbe, volente o nolente, RIORGANIZZARSI.
COME si riorganizzerà? CHI dovrà dare consulenza per questa
riorganizzazione?
Attualmente sono in corso i lavori preparatori della Conferenza
Nazionale dello Sport; la nostra presenza è soltanto nella commissione
sulla formazione; perché? Si è deciso inoltre che la Conferenza
si terrà dall'8 al 10 giugno 2000. Chi di noi potrà seguirla
come meriterebbe?
[da ricordare che a novembre 2000 la Conferenza non è ancora
stata indetta].
- I titoli sono da considerare proposte di discussione
per un percorso DA FARE CON IL VOSTRO CONTRIBUTO in modo che
assieme possiamo delineare meglio gli OBIETTIVI ed i CONTENUTI
del nostro lavoro quotidiano.
In particolare dovremo riflettere sulla funzione scolastica
e sociale della disciplina che insegnamo e sul NOSTRO RUOLO
che si svolge ed è riconosciuto socialmente soltanto all'interno
della scuola, ma che è invece da considerare un RUOLO SOCIALE
E SPORTIVO di primaria importanza (nonostante la cultura italiana).
E' da questa analisi (che riflette sull'epistemologia della
nostra disciplina) che propongo di partire per cercare di definire
la nostra attività (soprattutto pratica), tenendo conto dei
programmi che vi sono attualmente (in tutti gli ordini di scuola
già definiti per obiettivi), ma che saranno da svolgere all'interno
di una scuola che si sta rinnovando nel quadro di un sistema
scolastico che diventa integrato e della formazione permanente.
- Perché questo corso sia il più efficace possibile
chiedo dunque il Vostro aiuto; infatti io non conosco assolutamente
la vostra realtà territoriale ed i Vostri specifici bisogni.
Solo dallo scambio di conoscenze e riflessioni (ed anche eventualmente
di discussioni) si può costruire qualcosa di positivo, cioè
spendibile da ciascuno di noi. Perciò l'ultima lezione, ma anche
nella penultima se volete, ho pensato di lavorare direttamente
in palestra, ma partendo dalle Vostre esigenze.
Sarebbe poi meglio organizzare il lavoro per gruppi (che possiamo
decidere anche oggi o tutt'al più domani), assegnando ad ogni
gruppo un argomento o più argomenti da svolgere, scelti da Voi
stessi.
- Le scelte da me fatte sull'organizzazione del
corso derivano dalla contingenza del momento (siamo nel pieno
delle trasformazioni), ma soprattutto dalla convinzione che
i corsi di aggiornamento non dovrebbero limitarsi soltanto ad
una lezione frontale degli "esperti", ma dovrebbero essere uno
scambio di conoscenze ed esperienze. Mi sento esperta, ma limitatamente
alle mie conoscenze, soprattutto per una disciplina, come la
nostra che ha avuto, almeno finora in Italia, molte difficoltà
per trovare una sua definita e precisa collocazione culturale.
Ricordo solo l'attesa più che quarantennale per la trasformazione
degli ISEF in laurea in Scienze Motorie.
Inoltre è una disciplina che si presta (non solo per i programmi
ministeriali) a scelte didattiche veramente poliedriche. Questa
ampiezza di possibilità potrebbe risultare positiva anche per
la nuova scuola; tuttavia penso che dovremo cercare di chiarire
i saperi fondamentali. C'è infatti il rischio che, con le prospettive
future (autonomia, flessibilità, moduli, percorsi di formazioni
individuali…), si arrivi ad un'anarchia di iniziative e di proposte
formative che faccia perdere qualsiasi senso fondante dei saperi
fondamentali.
Inoltre, visto l'aumento di sedentarietà fra i giovani, per
la cultura dell'educazione fisica (e non solo) potrebbe essere
devastante.
Penso allora che solo il recupero della professione docente,
in questo caso dell'insegnante di educazione fisica (diplomato
ISEF), possa aiutare in questa complessità. Perciò a mio parere
oggi siamo OBBLIGATI ad individuare un percorso formativo che
abbia UN SENSO PER LA PERSONA CHE ANDIAMO A FORMARE CON LA NOSTRA
DISCIPLINA, soprattutto nelle FASI PIU' SENSIBILI per l'apprendimento
motorio delle varie capacità ed abilità e qeusto senso deve
avere una logica continuità fra i cicli scolastici.
Penso che fra noi possiamo essere abbastanza concordi su alcune
affermazioni di base: l'educazione fisica (o l'attività motoria)
aiuta lo sviluppo della personalità in tutti i suoi aspetti,
anzi è un'educazione della massima importanza in riferimento
alla prevenzione della salute e concorre alla formazione del
cittadino.
Tuttavia se guardiamo alcune recenti relazioni uscite dal MPI
negli ultimi anni: relazione della commissione Mragliano su
"le conoscenze fondamentali su cui si baserà l'apprendimento
dei giovani nella scuola italiana" (DM 50 del 21/1/97 e DM 84
del 5/2/97) e la relazione sui contenuti essenziali per la formazione
di base (doc. del 1998) non troviamo chiare definizioni sul
sapere minimo riguardante il movimento. Consultando il doc.
del marzo 1998, perché ci sembra più vicino alla riforma dei
cicli, sono definiti alcuni contenuti considerati IRRINUNCIABILI
per la formazione di base:
· SVILUPPARE TUTTE LE POTENZIALITA' per essere in grado di
orientarsi meglio nel mondo in cui si vive;
· ASSIMILARE E SVILUPPARE LE CAPACITA' DI COMPRENDERE, COSTRUIRE,
CRITICARE.
Perciò diventa necessario:
· DELINEARE UNA MAPPA DELLE STRUTTURE CULTURALI DI BASE;
· RICONOSCERE NELLA FORMAZIONE IL VALORE DELLA TRADIZIONE STORICA,
MA IN RELAZIONE CON LA CONTEMPORANEITA' ED IL CONTESTO CULTURALE
E SOCIALE.
Il documento pone due questioni fondamentali per la scuola:
A) bisogna operare una scelta nella pluralità dei saperi;
B) ciò che si insegna deve avere valore formativo.
Nei principi generali elenca i saperi e, al punto 2, sottolinea:
"Grande importanza va attribuita all'interazione fra i linguaggi
della mente e i linguaggi del corpo…idea di persona come sistema
integrato, alla cui formazione e al cui equilibrio dinamico
concorrono la componente percettivo-motoria, quella logico-razionale
e quella affettivo-sociale…".
Se in questa prima parte il documento riconosce l'importanza
del linguaggio motorio, quello del corpo, due righe più sotto
non specifica precisamente qual è il segno distintivo di questo
linguaggio; a mio parere si evidenzia ancora un avolta un "intoppo"
di carattere culturale significativo.
Segno distiontivo del linguaggio del corpo è il MOVIMENTO in
tutta la sua estensione; chiamarlo o assicarlio soltanto al
termine "animazione" toglie degli elementi caratteristici della
nostra disciplina che, al di là dei termini oggi in uso spesso
in modo conflittuale, oserei chiamare semplicemente "ginnastica".
Da rilevare che in tutto il documento emanato dalla Commissione
Maragliano NON si fa alcun cenno all'educazione fisica.
- Al di là di queste osservazioni e dei programmi
ancora in vigore, si pongono comunque al nostro sapere alcune
questioni di rilevante importanza.
Nei cicli riformati quale peso sulla formazione avrà l'educazione
fisica?
Si organizzerà una vera e idonea formazione di base e sarà in
continuità con quella successiva?
Con la didattica per moduli e per percorsi sempre più individuali,
con i crediti formativi della scuola media superiore, ci sarà
ancora spazio per l'educazione fisica, soprattutto in quest'ultimo
ordine di scuola?
La programmazione di oggi sarà superata completamente dalla
modularità e dalla progettualità, perché cosa completamente
diversa? Il nostro diventerà un sapere facoltativo o resterà
obbligatorio?
Saranno comunque da determinare i saperi minimi, cioè le competenze,
di base o più evolute, secondo i vari livelli di scuola o di
extrascuola? Quali mezzi? Quali metodi?
Rimarrà una disciplina sé stante per un progetto interdisciplinare
o multidisciplinare?
Dovrà perdere la sua epistemologia, che si estrinseca nelle
attività pratiche, come succede per gli esami di Stato, per
definirsi come tutte le altre a tutti gli effetti?
Quali criteri per definire i crediti formativi correlati alla
disciplina, per esempio quelli sportivi?
Dovremo durante il corso rispondere o tentare di rispondere
a tutte queste domande, perché ci renderanno più facile il lavoro
quotidiano nella scuola.
19 aprile 2000
PROGRAMMI MINISTERIALI, RAPPORTI INTERDISCIPLINARI NELL'AUTONOMIA
SCOLASTICA E NELLA RIFORMA DEI CICLI. LA PROGETTUALITA'.
Punti da sviluppare:
A) Autonomia
Art. 21 L. 59/97.
Ogni scuola con l'autonomia deve perseguire la massima flessibilità
e tempestività d'iniziativa, valorizzazione risorse locali, riconoscibilità
della dimensione europea, nazionale, locale.
D. Lgs. 31/3/98 n.112
D. Lgsl. 28/8/97 n.281
Regolamento dell'autonomia 25/2/99.
B) Riforma dei cicli.
C) Gli attuali programmi per l'educazione motoria e fisica.
Per la scuola elementare: DPR 104 del 12/2/85;
per la scuola media di I grado DM 50 del 9/2/79;
per la scuola media di II grado DPR 908 dell'1/10/82 e programmi
Brocca per istituti profesionali ed ITIS.
Loro analisi e comparazione dei termini contenuti in essi.
Avvertenza: la nostra presenza (di diplomati ISEF) per attuare
detti programmi c'è solo nella scuola media inferiore e superiore;
dasll'anno 1999/2000 sono presenti (programma Perseus) tre o sei
insegnanti di educazione fisica per ogni Provveditorato, a disposizione
dei distretti.
D) Esempio di lavoro interdisciplinare; presentazione
del progetto svolto quest'anno per l'educazione stradale ed educazione
alla salute: "Impariamo a guidare le due ruote".
Interdisciplinarietà o multidisciplinarietà? Scelta del lavoro
da svolgere le prossime due lezioni; se in palestra formazione
dei gruppi di lavoro ai quali viene assegnato un tema (contenuto
di educazione fisica).
I gruppi formati da insegnanti di scuola elementare, scuola media
inferiore e scuola media superiore. Argomenti scelti: Lateralità
- rilassamento - collegamento con gli apprendimenti di matematica.
Dal saltare al salto con gli ostacoli: continuità nei vari ordini
di scuola. Entrambi gli argomenti devono tener conto delle conoscenze
teoriche sulla maturazione e sulle fasi sensibili dei vari apprendimenti.
Con queste premesse si deve attuare la continuità che richiede
perciò un lavoro cooperativo fra i docenti dei vari ordini di
scuola. Così si prova un lavoro collegiale, collaborativo nel
quale ognuno porta le sue competenze specifiche.
Le lezioni successive in palestra perseguono proprio questo scopo;
il lavoro che si propone diventa solo un esempio e la base per
proseguire in modo autonomo (per gruppi) il prossimo anno scolastico.
Si specificheranno poi nelle lezioni le metodologie rispetto all'età,
alle attività proposte, agli attrezzi utilizzabili, allo spazio
e agli impianti a disposizione. Il gioco, l'educazione fisica,
gli sport.
27 aprile 2000
L'EDUCAZIONE FISICA E SPORTIVA NELLA CONTINUITA' E SUA INTEGRAZIONE
CON IL TERRITORIO
Lezione svolta in palestra. Scheda riassuntiva
Lateralità- educazione motoria e apprendimento della matematica
- rilassamento.
Importante il lavoro sullo SCHEMA CORPOREO
Postura - Coordinazione più fine: Propriocettività - Equilibri
Conoscenza degli schemi motori (il movimento naturale); manca
il "nuotare"
Conoscenza degli schemi posturali
Mappe motorie rigide e flessibili
Prerequisiti del movimento
Capacità senso-percettive
Capacità fisico-motorie: Mobilità articolare - Capacità coordinative
- Capacità condizionali
Abilità motorie e i gesti sportivi
Abilità tattiche
Apprendimento motorio ed altri apprendimenti: prerequisiti motori
più importanti per l'apprendimento della: scrittura (organizzazione
spazio-temporale, schema corporeo, capacità percettive adeguate),
lettura (complessità della motricità implicata nel gesto grafico
- movimenti di prensione (fine), pressione, ritmo oltre a organizzazione
spazio-temporale), matematica (secondo Dienes dal giocpo libero
al gioco strutturato e la rappresentazione - raggruppamenti, attività
di movimento quali togliere, riunire, separare…).
Capacità di analisi e sintesi: dalla pratica all'astrazione. Proposte
da svolgere nei vari ordini di scuola.
La lateralità Cos'è?
Prerequisito - Correlazione con la maturazione e lo sviluppo di:
sistema nervoso - schema corporeo - coordinazione dinamica generale.
Completa lateralizzazione verso gli 11-12 anni ( utilizzo della
fase sensibile).
Proposte da svolgere nei vari ordini di scuola.
Il rilassamento Collegamento con attività di psicomotricità.
Sviluppo dello schema corporeo.
Alcune metodiche di rilassamento: segmentario.
Conoscenza teorica delle altre metodiche.
11 maggio 2000
Scheda per il lavoro pratico SALTARE E' lo schema motorio di
base da provare e sviluppare (da affronatre come esempio per scuola
elementare)
IL SALTO E' l'abilità specifica. Quanti salti conosciamo?
(da affronatre come esempio per la scuola media inferiore). SALTO
OSTACOLO E' un'abilità specifica complessa e più disciplinare
(da affronatre come esempio per scuola media superiore).
QUALI PROBLEMATICHE FISIOLOGICHE sono correlate
a questo schema e a queste abilità? - Sviluppo neuro-muscolare
- Strutture articolari ed osse; loro maturazione e sviluppo -
Strutture legamentose, tendinee e muscolari.
Quali connessioni vi sono con le CAPACITA' CONDIZIONALI
E COORDINATIVE?
Coordinative: capacità di ritmo; di equilibrio soprattutto di
volo, ma anche di stacco; di trasformazione; di orientamento.
Mobilità articolare: articolazione tibio-tarsica; ginocchio.
Condizionali: sviluppo di forza/resistente, forza/veloce, velocità
di reazione.
Uno dei problemi più rilevanti dal quale si dovrebbe
partire: la caduta in basso.
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